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Addio all’assegno di inclusione: Inps rifiuta tutto solo per questa mancanza | Italiani in ginocchio

Assegno di inclusione
Assegno di inclusione – creditpixabay – cartoonmag.it

Decisione dell’Inps inaspettata in seguito a un evento, molti italiani adesso sono in difficoltà: ecco cosa è successo

L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli che avviene con percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro, istituita a decorrere dal 1° gennaio 2024.

L’ADI consiste in un supporto economico e di inclusione sociale e professionale, condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione ad un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.

E’ composto da due parti: un’integrazione del reddito familiare fino a una soglia (quota A) e un sostegno per i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato (quota B).

Il beneficio economico inzia dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente ADI, del Patto di attivazione digitale del nucleo familiare (PAD) all’esito positivo dell’istruttoria.

Cambiamenti per l’Assegno di inclusione

L’assegno di inclusione rappresenta un valido supporto per molte famiglie italiane ed è per questo che in tanti lo stanno chiedendo recandosi a patronati o attraverso canali Inps.

Tuttavia l’ente sta rifiutando il 26% delle richieste relative all’assegno. Un numero alto come risposta negativa che ha lasciato senza parole tutti. Scopriamo insieme cosa sta cambiando e cosa si nasconde dietro questo rifiuto…

Assegno di inclusione
Assegno di Inclusione – creditpixabay – cartoonmag.it

I motivi del rifiuto dell’Assegno di inclusione

Dietro alle tante domande respinte da parte dell’Ente vi sono il superamento delle soglie di reddito e omessa dichiarazione del lavoro che si svolge. Per questo e altro, l’Inps ha respinto oltre 117mila domande ricevute fra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. Molte ancora devono essere lavorate ma per ora questi sono i risultati.

Proprio l’ente ha diffuso questi numeri, aggiungendo che in totale sono giunte 446.256 domande entro la fine del 2023, quindi significa che molte altre devono essere ancora lavorate. Per chi non lo sapesse, l’assegno è riconosciuto ai nuclei familiari che hanno almeno un componente: disabile, minorenne, con almeno 60 anni di età, in condizione svantaggiata e quindi in cura presso servizi socio-sanitari. Il requisito fondamentale invece è avere L’isee non superiore a 9.360 euro. Ci sono poi altri parametri ma in generale, a beneficiare di questi soldi saranno i nuclei in reale difficoltà e non quelli truffaldini che finora l’Inps ha scoperto. In realtà anche la misura precedente, il Rdc, contava elementi che si approfittavano dei soldi preferendoli a un lavoro. Perciò c’è stata questa ulteriore stretta e controlli più rigidi.