E venne il giorno! … di un giorno che non avverrà mai!
Se dovessi postare una foto di Leo Ortolani su di un social aggiungerei i seguenti hashtag: #geniale #talento #ingegno #creativo #estro #fantasia #immaginazione #portento #inventore #superuomo e migliaia di altri ancora, per descrivere uno dei più grandi fumettisti italiani che, dalla stoltezza, ha creato nel 1989, l’immensa parodia sui supereroi americani, l’anti-supereroe Rat-Man. Niente super-poteri, niente fascino, niente intelligenza, niente forza fisica o riflessi fulminei. Rat-Man non ha niente. Eppure è uno degli eroi più amati. La sua forza sta nella costruzione geniale e assurda di parecchie situazioni, che sfociano in un’ironia acuta e quasi mai banale.
Ortolani parla anche di altre due eroine, più intime, più sue, infatti, nel 2011 scrive, Due figlie e altri animali feroci, un libro che racconta le sue vicissitudini avute insieme a sua moglie Cate in trasferta in Colombia, per l’adozione di due stupende sorelline, Johanna e Lucy. Il Maestro Ortolani descrive la sua personalissima esperienza con il suo stile inconfondibile, accompagnato anche da esilaranti e bellissime vignette.
Per questa meravigliosa intervista, in cui scopriamo molte cose e, anche, ahimè la certezza sull’epilogo del nostro anti-eroe, devo ringraziare due fan sfegatati, l’attore Nicola Carotenuto e il graphic designer Alessio Mancini, che mi hanno dato alcune dritte.
Durante gli anni abbiamo assistito allo sviluppo della storia di Rat-Man. La sua storia ti era già in mente dagli esordi oppure si sviluppa volta per volta? In questo caso, quanto l’umore e la vita di Leo Ortolani influiscono?
Assolutamente un viaggio verso l’ignoto. La Storia si è creata volta per volta, attraverso collegamenti anche strani tra quello che succedeva, numero dopo numero. Fino a che non è diventata abbastanza grande da poterla vedere tutta insieme e trovare il finale giusto.
Rat-Man è oggi uno dei pochi fumetti in cui uno dei protagonisti è un trans. Ovviamente il tema delle differenze di genere è trattato con ironia nel rispetto dello stile narrativo utilizzato. Ci sono mai state manifestazioni di intolleranza da parte di associazioni o singoli?
No, mai. Anzi. Anni fa ricevetti i complimenti dal presidente dell’Arci Trans di Genova.
Com’è stato vedere disegnare il tuo personaggio da altri? Quando hai permesso di disegnare un albo ai tuoi colleghi, hai provato un po’ quella gelosia di un padre che affida un figlio ad altri? Avverrà di nuovo?
È sempre la curiosità a vincere sulla diffidenza e sulla gelosia! Diciamo che è stato un esperimento riuscito a livello grafico… ma a livello narrativo avrei voluto che osassero di più, che facessero cose che io non avevo mai fatto. Anche serie. Anche tristi. Credo ci sia riuscito solo Massimo Bonfatti, con la sua storia da “sfogo di autore”. Non credo che avverrà di nuovo. I lettori hanno gradito, ma basta. Almeno, questo era il tono delle lettere ricevute sul famoso numero 48!
Dopo Star Rats, 299+1, Avarat, con cosa ci sorprenderai?
Non lo so… prima devo sorprendermi io, di qualcosa! (ride). È così che funziona, quando nasce una parodia!
È vera la storia del verde? Girano notizie sul fatto che hai vietato il suo utilizzo per la colorazione di alcuni albi. Hai avuto problemi con Hulk in passato?
La storia del verde è vera. È un colore che non mi piace, particolarmente, a meno che non sia usato in quantità massicce da dare lui stesso la direzione del colore di una copertina. Ma che ne abbia vietato il suo uso è un po’ eccessivo! Anzi. Ultimamente cerco di usarlo per le copertine del GIGANTE, alla ricerca di colorazioni diverse dal solito e più vicine a quelle del periodo Corno, dove il verde era ovunque.
Ci saranno altre trasposizioni televisive di Rat-Man? Sei soddisfatto di quelle precedenti?
No, non credo ce ne saranno altre. Sputare sangue per due anni e vedere il proprio prodotto gettato nel water dai produttori stessi non è quello che si dice “il mio scopo nella vita”. E peccato, perché trovo che le 52 puntate di RAT-MAN siano complessivamente molto, molto belle.
Rat-Man all’estero. Ti sottopongono le traduzioni? Come rendi le battute e i giochi di parole? È prevista qualche altra edizione straniera?
RAT-MAN all’estero non ha ancora fatto sul serio. Dopo due tentativi senza nerbo in Spagna e uno in Croazia, solo dalla fine di quest’anno, in Germania con STAR RATS, proveremo a fare sul serio. Ma credo che ci saranno altri sviluppi, a parte questo albo.
Quale personaggio dei fumetti avresti voluto inventare? A parte Rat-Man, ovviamente.
Kamandi. L’ultimo ragazzo sulla Terra. Una serie incredibile scritta e disegnata dal Re che mi ha sempre affascinato e che venne chiusa male dopo che il Re stesso se ne andò. Non prima di avere comunque prodotto una puntata che può essere considerata davvero conclusiva.
Sui social tutti con i selfie, tu sul tuo blog con i selfie-cartoon…
I social sono davvero estenuanti. Sembra che i personaggi non siano più quelli che disegniamo, ma noi stessi. Farò quello che devo, per tenere alta la bandiera del fumettista, ma spesso non ne ho il tempo. A parte il lavoro, ho anche una famiglia. Così i selfie aumentano durante le fiere del fumetto, quando posso divertirmi anch’io, insieme a loro e ai lettori!
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Escludendo i Fantastici 4, su quale supereroe vorresti avere la possibilità di lavorare e perché?
Potrei dire BATMAN, che sarebbe divertente tornare alle origini… Ma non ho mai realmente letto e seguito la sua storia, a parte i capolavori fuori serie.
Ti propongono di fare una storia coi tuoi supereroi preferiti, ma devi scegliere se fare la sceneggiatura o i disegni. Cosa sceglieresti?
La sceneggiatura. Non sono un disegnatore così bravo.
Ci racconti dei tuoi fan: un episodio che ti ha colpito in positivo e uno in negativo.
I miei fan mi pare che siano tutti i migliori fan del mondo. In positivo devo assolutamente sottolineare come il Rat-Man Fans Club abbia per anni realizzato, sotto la bandiera di Rat-Man,diversi prodotti per sostenere cause nobilissime come progetti nei Paesi in via di sviluppo. Di episodi negativi non me ne viene in mente nessuno.
In Rat-Man c’è stato un ciclo di storie con tema principale l’ombra. Non ha mai pensato di sviluppare il tema con un personaggio diverso e più adatto?
Sì, ma poi mi sono accorto che lo avevo già. Ed è Janus Valker.
Cosa pensi delle “nuove leve” del mondo del fumetto?
Bravissimi. Sia dal punto di vista della narrazione che dei disegni. Ricchi di personalità e dal tratto che conquista l’attenzione. Credo che sia un momento bellissimo, per il fumetto, in Italia.
Parliamo delle splendide Due figlie e altri animali feroci, quali consapevolezze ed evoluzioni personali hanno provocato nel distratto Ortolani?
Mi hanno fatto crescere. E capire come siamo sempre insufficienti, nei nostri ruoli da genitori. Non esiste una scuola che possa prepararti. E quando sei pronto, i tuoi figli sono già sposati. Di solito riassumo questi ultimi anni con questa trasformazione: sono passato da fumettista che ha adottato a papà che fa i fumetti.
Arturo Brachetti… connubio perfetto… semplice quanto banale chiederti com’è avvenuto e quante “scintille” ha provocato?
Un grande artista, che dovrebbe essere riscoperto anche dai più giovani. Via gli occhi dal tablet e dai computer..guardate cosa può fare un uomo a teatro. Io sono un appassionato di effetti speciali, adoro la nuova ondata di computer grafica, anche se sono molto legato a cose come la stop motion e le protesi in lattice. Eppure, con tutte le mie nozioni, sbalordisco di fronte a quello che Arturo è in grado di fare davanti a tutti. Non capisco come faccia. Credo sia davvero magia. E ritrovarsi per creare a livello narrativo una storia che portasse ugualmente emozioni nel pubblico è stato molto divertente, anche se impegnativo. Una lavorazione che ha richiesto mesi di continui adattamenti per via che Arturo aveva continuamente idee nuove e migliori delle precedenti. Credo che si sia fermato solo perché ormai c’era l’anteprima in vista!
Hai mai scritto testi per cabarettisti o comici o te ne hanno mai chiesti?
Mi è stato chiesto, ma dovrei adattare i testi al loro personaggio… Sono un po’ titubante, su queste cose. Anche perché, come per lo spettacolo di Brachetti, sono cose che hanno bisogno di tempo e prove, per farle funzionare a perfezione. E preferisco dedicare quel tempo al fumetto.
Hobby, ne hai il tempo?
Non molto. Mi limito ad avere l’hobby del cinema. E poi anche quello faccio fatica a seguirlo. Prima della serie di Rat-Man mi piaceva organizzare dei trekking.
Che musica ascolti?
Per lo più colonne sonore. Mi piacciono moltissimo e mi danno l’ispirazione giusta per la scrittura.
Che fumetti leggi?
Più che posso. Molti manga, che hanno la capacità di proporre temi insoliti e una narrazione per immagini che mi affascina, potendosi permettere di dilatare anche un solo momento in venti pagine, senza l’ansia di dovere dire tutto e subito, perché hai solo un bimestrale a disposizione.
…e libri?
Quando posso. Leggevo molto di più anni fa, prima che arrivassero la bimbe. Passavo l’estate a recuperare. Ora devo solo recuperare il sonno e le scadenze. Ma al momento ho FUNNY GIRL di Hornby sul comodino.
Nel cassetto hai qualche altro nuovo personaggio che vorrebbe liberarsi ed eguagliare, se non superare, il successo di suo fratello Rat-Man?
Sarà impossibile. Il successo non è dato solo dal personaggio, ma da tutta una serie di fattori al contorno. L’epoca. I lettori pronti a recepire un certo messaggio. Occasioni editoriali che si presentano soltanto quella volta. Tutte cose che non puoi affatto costruire a tavolino. Devi solo raccontare quello che ti piacerebbe ascoltare. Se poi piace anche ad altri, bene. Ma di più non puoi sperare. È già stato bello con RAT-MAN.
Prendo a prestito una tua affermazione: «Come disse (credo) Flaubert: “Solo gli stupidi (inteso come gli scrittori stupidi) cercano di concludere un’opera.” Il che la dice lunga sul fatto che io vi continui a ripetere che la serie di Rat-Man finirà»…
Tutti vogliono sapere, confermaci che Rat-man non avrà mai fine!!!
RAT-MAN finirà, ma non avrà mai fine. E non ho bevuto.
Oppure… se pensi mai a come sarà la “storia finale”?
Più o meno lo so già, come sarà, la storia finale. Realizzata, impiccato dalle scadenze, come al solito. Speriamo piaccia come la serie.
Intervista di Nicola Garofano
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