Sergio Giardo, tra disegni e fantascienza

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Ciao Sergio, benvenuto a Cartoonmag. Come e quando nasce la tua passione per il disegno?

Per quel che mi ricordo, ho sempre disegnato. Fin dall’asilo, dove riempivo fogli e fogli di gru e scavatrici (una delle mie passioni dell’epoca) e di Paperino, del quale non avevo ancora capito bene la funzione del becco, che disegnavo come una specie di protuberanza sopra la bocca. Alle medie disegnavo Goldrake nei margini dei fogli dei quaderni, così sfogliando le pagine davo vita a delle vere e proprie animazioni. Poi ho cominciato a disegnare gli adattamenti delle mie serie tv preferite e ad ideare nuovi supereroi. Insomma, il disegno è sempre stato lo strumento che mi ha accompagnato nei miei grandi voli di fantasia.

Copertinista di Nathan Never cosa si prova? Quali sono i punti di forza di questo personaggio?

Essere copertinista di una serie così amata, che ha appena tagliato il traguardo dei vent’anni di presenza nelle edicole, comporta un grosso peso di responsabilità. Sarà per il fatto che seguo il personaggio fin dal primo numero, o che il tutto è avvenuto in maniera decisamente inaspettata, ma per il momento, più che la preoccupazione, prevale il divertimento e la soddisfazione di poterlo finalmente disegnare, di farlo un po’ mio, contribuendo in minima parte alla sua storia. Nathan è un personaggio che ha saputo racchiudere nel suo universo diverse incarnazioni della  fantascienza, secondo le diverse, ma complementari, passioni dei suoi tre creatori, Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna. Ha spaziato dal Cyberpunk alle guerre spaziali, dalle atmosfere alla Blade Runner alle mostruosità di Godzilla, riuscendo però nel contempo a ritagliarsi una forte identità, grazie ai caratteri e alle storie personali del protagonista e dei suoi comprimari e alla complessità del suo mondo.



Da Castellini a De Angelis per giungere a te, quali cambiamenti stilistici sono stati apportati al personaggio?

Una delle caratteristiche della serie, fin dall’inizio, è stata quella di lasciare grande libertà interpretativa ad uno staff di disegnatori quanto mai eterogeneo. Abbiamo dunque avuto un Nathan avventuroso e quasi supereroistico, ma anche un Nathan dai tratti più grafici, in storie cupe ed intimiste. Nelle cover, Castellini ha dato un’impronta prevalentemente avventurosa al personaggio, con le sue immagini plastiche e dinamiche, mentre De Angelis ha saputo creare delle situazioni molto emozionanti, con atmosfere eleganti e ricercate. Ora la sfida è di avere un Nathan che riesca a farsi interprete di queste due anime, che sappia essere protagonista ed eroe, come nella tradizione dei grandi personaggi d’avventura della Sergio Bonelli Editore.

Quali sono le fasi di creazione di un personaggio e di che strumentazioni ti avvali?

Da qualche anno ho quasi abbandonato del tutto gli strumenti tradizionali, carta, matita e china, in favore di tavoletta grafica e computer. Utilizzo Manga Studio per gli storyboard e Sketchup e Poser per creare ambienti e personaggi tridimensionali. Faccio uso anche di riferimenti fotografici, ritraendo me stesso nelle più svariate ed improbabili pose!. Una volta approntate le scene, impagino il tutto e disegno la tavola definitiva con Manga Studio. Il vantaggio della strumentazione digitale è quella di poter sperimentare senza problemi diverse soluzioni, senza paura di sbagliare.

Sei un appassionato di fantascienza, quali sono gli autori e i personaggi appartenenti a questo genere che segui maggiormente?

Difficile… Direi che seguo un po’ tutto. Di fatto la mia folgorazione per la fantascienza nacque dalla televisione, precisamente dalla serie degli anni ‘70 UFO, che da bambino guardavo tutte le domeniche pomeriggio, anche se in replica. Da lì in poi ho divorato tutte le serie da Spazio:1999 a Galactica, da Doctor Who a Star Trek. Un libro, regalatomi da mia cugina, “Le meraviglie del possibile”, un’antologia di fantascienza edita da Einaudi, mi fece invece conoscere per la prima volta Asimov, Bradbury, Wells e mi avvicinò alla letteratura fantastica. Poi il cinema: le pellicole mezze rovinate approdate nel cinema di periferia di terza visione vicino alle scuole: tutto il ciclo del Pianeta delle scimmie e poi 2001: odissea nello spazio, di cui non capii nulla se non la bellezza ipnotica delle immagini. Poi arrivò Guerre Stellari e da lì cominciò la stagione d’oro del cinema fantastico. Riguardo i fumetti, cominciai appassionandomi a tutte le storie pubblicate su Eureka, su Metal Hurlant e su l’Eternauta, poi… Beh, arrivò Nathan Never… 😉

 

Per chi svolge questo lavoro è fondamentale la conoscenza delle nuove tecnologie, qual è il tuo rapporto con i bit e il digitale?

Sono curioso per natura e portato a sperimentare le nuove tecnologie. Forse in Italia sono stato tra i primi ad utilizzare assiduamente il computer per realizzare i fumetti, a creare scene e personaggi in 3D. Ora, forse complice l’età (più vicino ai 50 che ai 40) ho un po’ rallentato i miei ritmi di aggiornamento. Ad esempio, non ho ancora un tablet, ma credo che cederò tra non molto..


Pensi che il futuro dei fumetti sia su carta o sul web?

Penso che le cose possano coesistere. Non credo alla scomparsa della carta. Così come non è morta la radio con l’arrivo della televisione. Forse la carta verrà usata principalmente per prodotti di maggior pregio, per edizioni da conservare e rivedere con piacere. Per le nuove generazioni sarà forse più naturale ed economico utilizzare i mezzi digitali; in ogni caso il web è una grande opportunità che credo tutti gli editori prima o poi coglieranno.

Cosa puoi dirci di Storie da Altrove con protagonista un ladro gentiluomo?

Che parte della storia si svolge a Parigi, che vi sono coinvolti anche un noto alchimista italiano e un arcinoto investigatore britannico. Che anche quest’anno la storia è scritta da Carlo Recagno e che l’albo dovrebbe uscire a fine settembre.

Sei anche consulente pubblicitario e web designer stai seguendo qualche progetto particolare in riferimento a queste tue passioni?

Ho lavorato diversi anni nel mondo della pubblicità, prima di dedicarmi ai fumetti. Per il web ho curato la grafica di qualche sito, ma ora il lavoro per la Bonelli mi assorbe al cento per cento e non ho più proseguito su queste attività.

Hai in cantiere alcuni progetti come Roy Rocket, Copz e Teen Storm cosa puoi dirci a riguardo?

Teen Storm è un vecchio progetto per una serie di fantascienza a fumetti con i personaggi realizzati interamente in computer grafica, utilizzando modelli 3D. Il progetto è stato protagonista della decima edizione di Cartoombria del 2004, ma da lì in poi non ha avuto seguito. Copz è una serie che ho scritto e in parte disegnato, incentrata sulle vicissitudini di un gruppo di allievi di una scuola di polizia in una terra preda dell’immigrazione aliena. Fermo anche questo, in attesa di trovare un editore interessato. Roy Rocket è il mio progetto più vecchio ed ambizioso, nato come fumetto ed ora diventato un romanzo. E’ un’avventura di stampo fantastico, dove un ragazzo si trova suo malgrado a viaggiare alla deriva  tra mondi che sembrano scaturiti dalla nostra fantasia ma che si rivelano quantomai reali, braccato da un terrorista alieno che vuole impossessarsi di un segreto che potrebbe cambiare gli equilibri dell’intero universo. Attualmente, su indicazioni di un’agenzia letteraria, sto revisionando il manoscritto in attesa di proporlo a qualche editore.

Hai qualche anticipazione per i lettori di cartoonmag? Dove possono seguirti?

Dopo Storie da Altrove, realizzerò una storia breve per Nathan Never. Se qualcuno vuole seguire la mia attività, può farlo attraverso il mio blog o su facebook!.

httpv://youtu.be/M76Dkg_d28s

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