“Una pallottola spuntata”: Liam Neeson raccoglie l’eredità comica di Leslie Nielsen

pallottola spuntata - fonte PIaxabay.com - Cartoonmag.it
Nonostante le critiche, il nuovo film promette di riportare in auge la comicità demenziale con un cast d’eccezione e la firma di Seth MacFarlane
Una comicità senza tempo che merita di rivivere
Il ritorno di Una pallottola spuntata non è solo una questione di nostalgia. Con Liam Neeson nei panni di Frank Drebin Jr. e la regia affidata ad Akiva Schaffer, il reboot si inserisce in una tradizione comica che ha lasciato il segno, quella del trio Zucker-Abrahams-Zucker. Se David Zucker si è detto scettico sull’operazione, il pubblico ha accolto con entusiasmo il primo teaser del film, che uscirà nell’estate 2025.
La pellicola si distacca dalla formula originale solo quanto basta: Neeson, erede diretto del personaggio di Leslie Nielsen, incarna con il suo volto imperturbabile lo spirito “deadpan” che ha reso grande la saga. È la stessa serietà grottesca che faceva esplodere in risate battute assurde e giochi di parole improbabili.
L’umorismo demenziale ha ancora qualcosa da dire
Il nuovo capitolo nasce da un’idea abbozzata già nel 2013, ma è solo con l’intervento di Seth MacFarlane, creatore dei Griffin e Ted, che il progetto ha preso finalmente forma. L’idea di base è semplice: non una parodia del genere poliziesco, ormai in disuso, ma un aggiornamento del registro comico per un’epoca dove la satira ha nuovi bersagli.
Senza Leslie Nielsen ma con lo stesso spirito, Una pallottola spuntata potrebbe sorprendere chi teme un’operazione nostalgia fine a sé stessa. MacFarlane e Schaffer, forti della loro esperienza con umorismo surreale e metacinema, hanno già dimostrato di saper trasformare personaggi dimenticati in cult moderni (vedi Cip & Ciop).
Liam Neeson, che ha dimostrato lampi di genio comico nei camei di Anchorman 2 e Ted 2, ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo volto serio della risata. Dopo tutto, in tempi dove il politically correct ha smorzato molte voci, ridere di tutto — con intelligenza e assurdità — è forse la più rivoluzionaria delle scelte. E noi vogliamo crederci.