La dipendente della regione che fingeva di essere mafiosa. | Discarica abusiva nel laziale
Scandalo nel laziale: dipendente regionale trafficava coi rifiuti abusivamente
Vicenda che ha dell’incredibile in provincia di Roma, al confine con il comune di Fiumicino. Una dipendente della Regione Lazio scoperta e denunciata per i suoi traffici illeciti. Agli arresti domiciliari la donna responsabile di aver creato e gestito per anni una discarica abusiva.
Fatto di cronaca scandaloso per le implicazioni sul territorio e per l’inquinamento di terreno e falda acquifera, in un momento storico già molto delicato per l’ambiente. La situazione assume poi una piega grottesca con la scoperta che la signora artefice del traffico di rifiuti millantava di avere rapporti mafiosi con il noto clan Spada di Ostia e con altra malavita locale della provincia romana. Notizie a quanto pare smentite. La donna aveva organizzato tutto da sola e si era poi fatta aiutare dal marito e dai figli. Attualmente lei è agli arresti domiciliari mentre proseguono le indagini e altre 11 persone almeno sono state indagate.
Agli arresti la donna che fingeva affiliazioni mafiose
Occupando abusivamente un terreno ai confini con Fiumicino, la dipendente regionale aveva poi deliberatamente preso contatti con imprenditori e ditte edili di vario tipo offrendo i propri servigi. Permettendo loro di scaricare impunemente qualsiasi tipo di rifiuto, anche tossico, nel terreno, si arricchiva ed evitava alle aziende di sostenere i costi del giusto smaltimento. In tal modo le ditte riuscivano a piazzarsi sul mercato a prezzi davvero competitivi poiché sgravati di un onere che gli altri obbligatoriamente sostenevano.
Attualmente le autorità procedono con le operazioni, mentre ci si organizza per smantellare la mini Terra dei fuochi messa in piedi dalla donna. Pare siano tonnellate i rifiuti tossici sversati illegalmente negli anni e secondo una stima approssimativa, per liberare l’area saranno necessari almeno 100 autotreni. I reati di cui è chiaramente accusata la donna vanno dall’inquinamento ambientale all’incendio doloso (si consideri che i rifiuti in loco venivano bruciati), fino a toccare anche il furto di energia elettrica e di acqua e il malgoverno di animali.
Difatti sono stati ritrovati sui circa 18 ettari di terreno circa una quarantina di cani e molti gatti, nonché la presenza di 3 cavalli. Gli animali vivevano nella discarica in condizioni pietose. Ora sono stati tratti in salvo e tutto è stato posto sotto sequestro. Ironicamente la donna indagata pubblicizzava anche il servizio di smaltimento rifiuti, postando su Facebook i suoi riferimenti per un contatto diretto..
Come è stata scoperta
A scoprire la truffa e il disastro ambientale sono stati casualmente alcuni piloti di linea che transitando nell’area dall’alto hanno notato movimenti poco chiari e hanno segnalato.